“I bambini rom cittadini Ue devono andare a scuola come qualsiasi altro bambino e non, come purtroppo troppo spesso accade, a delinquere o chiedere l’elemosina per strada. Il divario tra studenti rom e non rom rimane ancora troppo elevato. C’è l’urgente necessità di coinvolgere i genitori rom in ogni fase della scolarizzazione dei loro figli: i ragazzi dovrebbero proseguire gli studi almeno fino alla fine del ciclo di istruzione secondaria superiore. Questo, è risaputo, praticamente non avviene, ma gli alunni rom sono cittadini dell’Unione e, in quanto tali, dovrebbero beneficiare di pari opportunità.
I primi che devono permettere questo sono il padre e la madre. Ho presentato degli emendamenti in Commissione Cultura affinché l’istruzione degli alunni rom vulnerabili abbia inizio il prima possibile, preferibilmente all’età di tre anni, includendoli in servizi per la prima infanzia e di assistenza e custodia dei bambini poco costosi, accessibili e inclusivi. Inoltre, esorto gli Stati membri a verificare che i genitori rom, al pari degli altri, siano censiti secondo le norme vigenti nello Stato di appartenenza; ricordo che il genitore rom, in quanto cittadino europeo, non gode solo di diritti ma è chiamato anche ad adempiere a doveri quali: il dovere di contribuire, con il proprio lavoro, e ripeto lavoro, allo sviluppo materiale della società nonché il dovere di contribuire alla spesa pubblica, attraverso il pagamento dei tributi, affinché tutti i cittadini possano usufruire dei servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni.
L’integrazione e l’inserimento passa attraverso il lavoro e la scolarizzazione e vale per tutti, rom compresi”.
Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Gianantonio Da Re.