“Il contratto pluriennale con un colosso multinazionale come British American Tobacco è un’ottima notizia, perché dà respiro ad una filiera tipica della tradizione italiana e premia il lavoro cooperativo di Italtab, che raggruppa le aziende del settore nelle quattro regioni della tabacchicoltura italiana: Veneto, Campania, Umbria e Toscana. Ma questa filiera, che nel Veronese ha un vero e proprio polo di eccellenza con 25 aziende che garantiscono la maggior parte della prodizione lorda vendibile e assicurano lavoro ad oltre duemila addetti tra diretti e indiretti, va sostenuta anche dallo Stato: produttori e trasformatori chiedono di non essere esclusi dalle provvidenze del Fondo per la competitività delle filiere agricole”
Così l’assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan, commenta la bozza di accordo tra Italtab, l’organizzazione dei produttori di tabacco che ha sede a Casaleone (Verona) e conta circa 350 aziende nel territorio italiano, e la seconda azienda mondiale produttrice di sigarette: l’accordo, di durata triennale, prevede la fornitura annua di 4500 tonnellate di prodotto, di cui il 70 per cento coltivato e raccolto a Verona, il restante nelle province di Vicenza, Padova, Treviso e Venezia.
Dal 2015 la tabacchicoltura non beneficia più degli aiuti della Pac – osserva Pan – ma si tratta di una coltura che nel nostro Paese, e in Veneto in particolare, vanta una storia e un patrimonio di professionalità e competenze, anche manuali, da non disperdere. “La scelta di un colosso internazionale come Bat di rifornirsi per tre anni da Italtab è la riprova della qualità del tabacco italiano e dell’abilità dei nostri coltivatori e trasformatori. Ma i produttori non vanno lasciati soli, in particolare in questo momento di estrema tensione sui mercati internazionali”.
Pan ha pertanto scritto al ministro chiedendo di valorizzare e ‘accompagnare’ l’intraprendenza dei produttori di Italtab anche con il sostegno del Fondo per la competitività delle filiere agricole ‘made in Itay’. “Al ministro abbiamo anche presentato una proposta concreta per sostenere la filiera del tabacco italiano senza aggravi per il bilancio pubblico. Basterebbe riequilibrare – suggerisce Pan- il peso della fiscalità tra le normali sigarette a combustione e quelle a tabacco riscaldato, che attualmente godono di un regime fiscale agevolato, nonostante sia tutta da dimostrare la minor nocività di questi prodotti alternativi. Riducendo lo ‘sconto’ fiscale sul tabacco riscaldato, e quindi riequilibrando le accise tra sigarette e ‘cartucce’, lo Stato ricaverebbe le risorse necessarie per sostenere la filiera dei nostri produttori, che rappresentano il vero valore aggiunto del tabacco ‘made in Italy’ e un apprezzato presidio della competitività dell’agroindustria italiana”.